AFFIDO FAMILIARE- Presentazione del progetto “Formazione dei volontari di rete sull’attività di comunicazione, per indagine di ricerca e proposta di nuove prassi per l’Affido Familiare, da condividere in ambito regionale.

CONFERENZA STAMPA

L’Amministrazione Comunale ha aderito in qualità di partner al progetto:

Formazione dei volontari di rete sulla attività di comunicazione, per una indagine di ricerca con proposta di nuove prassi per l’affido familiare, da condividere in ambito regionale” proposto dal Coordinamento Regionale delle Associazioni di Famiglie affidatarie che operano nella provincia di Ancona, Macerata, Fermo con capofila “Ecco Tuo Figlio” di Ancona.

Il progetto di rete – presentato oggi dall’assessore alle Politiche sociali Emma Capogrossi e da Silvano Piccinini e Anna Pia Saccomandi della associazione “Ecco tuo figlio” (che ha una esperienza quarantennale) prevede diverse fasi operative tra le quali: la formazione dei volontari delle associazioni, la somministrazione di questionari rivolti alla cittadinanza per la rilevazione della conoscenza e percezione sulla tematica dell’affido, la realizzazione di un convegno finale in cui verranno presentati i risultati della ricerca alla presenza delle autorità locali.

Tale iniziativa si inserisce tra le azioni che l’Amministrazione Comunale sta svolgendo ormai da anni per la promozione, sensibilizzazione e formazione di un territorio aperto alla cultura dell’affidamento familiare nella consapevolezza che possa essere una risposta significativa e di crescita sia per la famiglia di origine che per la famiglia affidataria . “La tutela dei minori è tra i compiti istituzionali- ha sottolineato l’assessore- al centro della attività del Comune da molto tempo . Siamo consapevoli della necessità di creare collaborazioni per avviare e potenziare le azioni di tutela dei minori, in particolare il diritto a crescere in una famiglia. Siamo perciò riconoscenti alle associazioni per il loro impegno sul territorio e per questo progetto che permetterà di trovare nuove famiglie e nuove persone che si mettano a disposizione”. “L’affido familiare è una risorsa importante, umana, economica e sociale- hanno evidenziato Piccinini e Saccomandi- e confidiamo di raggiungere e coinvolgere nuovi volontari attraverso questo progetto. “

Partner del progetto sono: Associazione Famiglie per l’Accoglienza sede di Ancona, La Goccia onlus di Macerata, Mondo Minore Onlus Capodarco di Fermo, Associazione Un tetto di Senigallia, Asura Area Vasta 2

Il progetto è stato finanziato dal Centro Servizi Volontariato Marche.

Il percorso del progetto prevede più fasi operative:

FASE 1 – Una specifica formazione dei volontari delle associazioni su materie inerenti: – tecniche di comunicazione e valorizzazione sull’affido familiare, saper fare un discorso efficace, superare il giudizio del pubblico. (Docente Cristina Gregori). – lavoro su se stessi (autostima, gestione dell’ansia, positività, valorizzazione dei propri pensieri e convinzioni). (Docente Filippo Sabattini). – l’affido come opportunità per tutti i soggetti coinvolti e come appartenenza alla comunità (cura e sostegno dei legami tra persone). (Docente Simona Cardinaletti).

FASE 2 – I volontari, adeguatamente formati dai citati esperti del settore, saranno dispiegati sul territorio delle province di Ancona, Macerata e Fermo (territorio su cui operano le associazioni), per la distribuzione di un questionario alle famiglie e ai singoli che frequentano gruppi parrocchiali, società sportive, circoli culturali e ricreativi o semplicemente cittadini. L’idea nasce dal riscontrare che, nel mondo del volontariato dedicato all’affido, si evidenzia la crescita di consapevolezza della complessità genitoriale nell’affido familiare, la quale sta producendo dei risultati in apparente contraddizione: le famiglie si avvicinano all’affido, consapevoli del bisogno di formazione, di collocarsi dentro una rete, di individuare per se e riconoscere agli altri spazi precisi e di essere accompagnati in un percorso in cui non è sufficiente, essere un buon genitore; la consapevolezza di tale complessità sembra, per contro, aver creato un muro intorno al tema, che impedisce anche la semplice curiosità e comprensione. Il progetto nasce proprio dall’esigenza di conoscere cause e impedimenti per ritornare a fiorenti entusiasmi e nuove disponibilità. L’esperienza di apertura alla società civile, infatti, è sempre stata una caratteristica, sia delle famiglie patriarcali di un tempo che delle famiglie mono-nucleo di oggi, come delle convivenze non convenzionali o delle esperienze di singoli, anche se in forme diverse, ma sempre attente alla solidarietà ed alla condivisione.

Tale apertura può però venire meno e tramutandosi in chiusura e la solidarietà trasformarsi in egoismo e spesso in violenza. Le cause possono essere diverse: da eventi luttuosi o stati di salute precaria oppure, talvolta, da incapacità genitoriali che portano isolamento e disaffezione nei confronti delle persone più care e più deboli. In tali condizioni si collocano il mondo e l’esperienza di alcuni bambini o bambine che sono costretti a rinunciare al calore della famiglia e a crescere nel disagio e nelle sopraffazioni. Per questo lo Stato ha previsto interventi di tutela e sostegno demandando agli enti territoriali e alla autorità giudiziaria minorile la necessaria gestione. Uno degli interventi di tutela, previsti dalle leggi 184/83, 194/01, 173/15, da regolamenti e linee guida, è quello degli istituti dell’adozione e dell’affido familiare. L’affido, in particolare, è una forma di accoglienza e sostegno al minore che si caratterizza per la sua temporaneità di lontananza dalla propria famiglia di origine. Nel nostro territorio esistono diverse e generose esperienze di affido familiare e a fianco sono sorte associazioni, che si occupano di sostenere, formare e accompagnare le famiglie affidatarie o a sensibilizzare nuove potenzialità.

Riferimenti al questionario nel progetto: accanto all’esigenza di sensibilizzazione, informazione e formazione, le associazioni della rete intendono approfondire, attraverso una ricerca-azione, quali possono essere, oltre all’ipotesi della complessità, i principali ostacoli all’avvicinamento delle famiglie al tema dell’accoglienza dei minori in disagio. In sintesi: quale è la conoscenza e la percezione dell’affido familiare? Per ottenere delle informazioni, utili a tal fine, i volontari di rete sono adeguatamente formati nell’annuncio e somministrazione del questionario, la cui diffusione alle famiglie avverrà sia in cartaceo che mediaticamente: siti internet, mailing-list, Google Moduli, etc..

La RICERCA dovrà favorire: conoscenza o percezione del fenomeno affido; motivazioni a favore dell’affido – motivazioni di ostacolo all’affido.

La formazione, la distribuzione/raccolta e l’elaborazione dei questionari dureranno da gennaio a giugno 2020.

FASE 3 – Le informazioni ottenute saranno restituite e discusse in un convegno che si terrà ad Ancona entro il mese di ottobre. L’AZIONE è mirata alla proposta e al miglioramento per: -strutturare future campagne informative e corsi di formazione specifici; offrire linee d’indirizzo ai tavoli tecnici e politici dedicati; diffondere la conoscenza dell’affido ad ampi strati della popolazione; – condividere buone prassi.

Ultimo aggiornamento

16 Gennaio 2020, 13:37

Pubblicazione

16 Gennaio 2020, 13:37