La condizione della donna, dal 16 dicembre una rassegna

Fare rete sempre più e sempre meglio contro la violenza di genere, coinvolgendo la politica e la società intera e in particolare gli uomini che dovranno essere gli attori del cambiamento. Sono gli obiettivi indicati dai soggetti che si impegnano tutti i giorni sul campo, a partire dai servizi e dalle strutture del Comune di Ancona, insieme alle diverse istituzioni e associazioni che si occupano della tutela e del sostegno alle donne (e ai loro figli) vittime di violenza. Se ne è parlato il 25 novembre al Ridotto del Teatro delle Muse in occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, una data importante in cui in tutto il mondo si compiono azioni di sensibilizzazione sul fenomeno della violenza contro le donne. Ancor più quest’anno si sente l’urgenza di stimolare l’attenzione della pubblica opinione quando, all’indomani dei nuovi dati Eures sui femminicidi si stima per il 2018 uno 0,7% in più di vittime rispetto al 2017. Sono in totale 142 le vittime di femminicidio nel 2018, un assassinio ogni tre giorni, numeri che fanno male, numeri che spingono con determinazione sempre maggiore a sensibilizzare la cittadinanza su questa grave realtà. Per questo l’ assessorato alle Politiche Sociali e Pari Opportunità ha proposto l’iniziativa “Donna= sostantivo femminile plurale, quando le politiche e le azioni di contrasto alla violenza di genere fanno rete”, una tavola rotonda rivolta alla cittadinanza, di informazione e formazione sulle politiche, e interventi concreti messi in campo dall’Amministrazione comunale, dalla Regione Marche e dalle associazioni che lavorano in prima linea per contrastare il fenomeno e per supportare le donne vittime di violenza.

Durante l‘incontro gli assessori Emma Capogrossi (Comune) e Manuela Bora ( Regione) e le addette ai lavori, ciascuna nel suo ambito di competenza, Simona Cardinaletti, Maria Rita Venturini, Myriam Fugaro, Laura Pergolesi, hanno fatto il punto sulle politiche in atto, come si diceva, e illustrato le attività dei centri antiviolenza e delle case rifugio del Comune, dando lettura di esperienze e testimonianze di donne accolte nel tempo nelle strutture. Se la casa di rifugio ha accolto negli anni 128 donne molte delle quali con figli, sottraendoli a situazioni di pericolo, la Casa di Demetra (struttura di secondo livello di più recente attivazione) ne ha ospitate 11, dieci delle quali hanno riconquistato la propria autonomia, seguendo corsi di formazione e trovando un lavoro per mantenere sì e i propri figli . “Siamo stanche di piangere le vittime” hanno concordato le relatrici: se è necessario aiutare le donne a salvarsi da rapporti maltrattanti e saperle proteggerle dalla violenza utilizzando ogni strumento a disposizione, è altrettanto necessario educare gli uomini ad una diversa grammatica delle relazioni.

Al termine del momento di confronto sul lavoro di rete, è stato proiettato il film “Ti do i miei occhi”, uno dei racconti cinematografici più efficaci nel rappresentare la condizione delle donne che subiscono violenza.

La giornata è stata inoltre occasione per il lancio della seconda edizione della rassegna cinematografica sulla condizione della donna: “Donna= sostantivo femminile plurale”, che quest’anno verrà proposta presso il Cinema Azzurro con 5 appuntamenti mensili, gratuiti, e per i quali verrà proposta la formula del dibattito conclusivo.

I titoli scelti propongono un percorso tematico che in qualche modo celebra la vittoria di donne che ce l’hanno fatta’, i titoli:

lunedì 16 dicembre – “Sulle sue spalle”– (USA 2018) di A. Bombach;

lunedì 20 gennaio – “La vita invisibile di Euridice Gusmao”– (Brasile 2019) di K. Ainouz,

lunedì 24 febbraio – “Io danzerò” (Francia 2017) di S. di Giusto,

lunedì 9 marzo – “Lou Von Salomè” (Germania 2019) di C.Kablitz-Post,

lunedì 20 aprile – “La scomparsa di mia madre” (Italia 2019) di B.Barrese.

Sempre accogliendo l’invito delle Nazioni Unite, il Comune di Ancona ha partecipato anche quest’anno all’ Orange the world” illuminando la facciata del teatro delle Muse di arancione, colore utilizzato per rappresentare un futuro più luminoso, libero dalla violenza.