RaccontAncona: gli storici atleti dorici alle Olimpiadi

RaccontAncona, la storia della città negli archivi dell’Amministrazione comunale.

Alla vigilia delle Olimpiadi di Tokyo ripercorriamo la storia degli anconetani olimpici.

Dal 25 agosto all’11 settembre 1960 Roma ospitò la XVII edizione delle Olimpiadi.

In questa puntata, sfogliando la Rivista di Ancona, edita proprio 61 anni fa dal Comune, nel numero di 1 di gennaio-febbraio 1960, alla vigilia delle Olimpiadi di Roma, il direttore di allora, Ermete Grifoni, volle dedicare un articolo alla manifestazione a cinque cerchi, ripescando le vicende di dorici che vi avevano partecipato.

Nel pezzo Antonino Fugardi, oltre a ricordare il legame natale tra Ancona e l’antica Grecia, parte proprio dagli anni ’20 sottolineando come a Parigi, nel 1924, alla ottava Olimpiade dell’era moderna, fossero presenti tre anconitani. Indossarono la maglia azzurra Michele Candelari, Mario Galeazzi e Emilio Bonfigli “tutti e tre in uno sport dorico – scrive Fugardi – nel senso che furono proprio i Dori a dargli nobiltà di sport e a inserirlo come manifestazione fondamentale negli antichi giochi: il pugilato”.
I tre anconetani però non riuscirono a piazzarsi fra i primi; 4 anni dopo un altro atleta dorico tentò di raggiungere il podio ad Amsterdam nel canottaggio. L’equipaggio italiano del due senza timoniere entra in finale. Purtroppo si classificò quarto dopo aver lottato per la vittoria; uno dei due protagonisti della gara era l’anconetano Romeo Sisti.

Nel 1936 le Olimpiadi di Berlino. Hitler le voleva trasformare nel trionfo della razza ariana e invece si ritrovò con Jesse Owens, un afroamericano di 23 anni dell’Alabama, che vinse quattro medaglie (conseguendo due record mondiali e un record olimpico) tutto documentato dalle riprese di Leni Riefensthal che immortalò anche tutto il disappunto del dittatore tedesco.
A quell’appuntamento partecipò il pugile anconetano Umberto Pittori, malauguratamente fu subito eliminato perché vittima di un incidente proprio durante il primo incontro.

Fortunatamente le sorti doriche mutarono nel 1956, quando le Olimpiadi si svolsero in Australia. A Melbourne arriva la medaglia d’oro attraverso Liano Rossini nel tiro al piattello, diventando così il primo campione olimpico anconetano.
E nelle Olimpiadi del 1960, a Roma, l’equipaggio del quattro con timoniere della Stamura e il centroattacco dell’anconitana Marcello Sanzani avrebbero tenuto alti i colori della città.
Ancona – racconta l’articolista in quel gennaio dello stesso anno – si era anche candidata ad ospitare una partita di calcio del torneo olimpico allo Stadio Dorico. Ma le fù preferita Livorno, soprattutto per la distanza della capitale da Ancona: la città toscana era da Roma raggiungibile in maniera più veloce, con sole tre ore di rapido.

A 60 anni da questo articolo, avrebbero dovuto tenersi le Olimpiadi 2020 a Tokyo, poi rinviate per via del Covid 19, al prossimo anno. Dovremo attendere ancora per vedere gli atleti italiani sul campo, ad iniziare da quel Gianmarco Tamberi per il quale tifa non solo Ancona ma l’intero Paese.