IL CONSIGLIO COMUNALE VOTA UN ORDINE DEL GIORNO  CONTRO  IL DECRETO  IMMIGRAZIONE.

Il Comune di Ancona si schiera con altri Comuni italiani (Torino, Bologna, Firenze, Bergamo e altre ancora) nella richiesta al governo nazionale di sospendere gli effetti sui territori dell’applicazione del Decreto Legge n.113/2018 su immigrazione e sicurezza.  Votando un ordine del giorno in merito, il Consiglio comunale chiede di aprire un confronto con le città italiane, con l’ANCI al fine di valutare le preoccupanti ricadute del decreto sui territori in termini economici, sociali e sulla sicurezza dei territori.

Le norme contenute nel decreto legge in questione – si sottolinea nell’odg del Consiglio comunale di Ancona- favoriscono l’aumento di grandi strutture di accoglienza straordinaria, delle quali sono state registrate criticità in questi anni, puntando a smantellare invece proprio quella parte del sistema di accoglienza finalizzata a dare risposte ordinarie, strutturate, controllate e non emergenziali, come i centri di accoglienza del sistema SPRAR (Sistema Protezione Richiedenti Asilo e Rifugiati), gestiti dai Comuni, compreso il Comune capoluogo, con percorsi di integrazione reale ed efficace in piccole accoglienze, rifugio diffuso in alloggi e anche in famiglia.

Con un quadro normativo così delineato- rimarca il Consiglio comunale- vengono vanificati gli sforzi fatti, anche dal Comune di Ancona, volti ad un‘equa distribuzione sostenibile su tutto il territorio nazionale: il provvedimento del Governo, al contrario, favorirà le grandi concentrazioni di persone nei grandi CAS (Centri di Accoglienza Straordinaria), di difficile gestione, con poche possibilità di percorsi di integrazione e con impatti fortemente negativi per i cittadini. “Sono, infatti, proprio i centri come i CAS- sottolinea il Sindaco Valeria Mancinelli- ad avere creato più malcontento tra la popolazione per l’eccessivo impatto sulle comunità. Senza un sistema come lo SPRAR, come evidenziato dai Comuni attraverso l’Associazione Nazionale Comuni Italiani  – conclude il Sindaco– l’impatto sui Comuni sarà enorme, mettendo a rischio la sicurezza.”

Il prevedibile aumento delle persone presenti nei Centri di permanenza in attesa di rimpatrio a fronte delle scarse risorse stanziate per i rimpatri volontari e in assenza di ulteriori accordi con i Paesi di origine, non potrà che produrre l’aumento delle persone in condizione di clandestinità esposte alla marginalità estrema.

L’abolizione della protezione umanitaria e l’esclusione dallo SPRAR dei richiedenti protezione internazionale – fa eco l’assessore alle Politiche sociali e alla Salute Emma Capogrossi– rischia di lasciare sole e senza alcun supporto molte persone, in particolare persone vulnerabili (nuclei familiari, donne in gravidanza, vittime di tratta ecc). Il rischio è vedere aumentare i migranti senza controllo sulle nostre strade e nelle nostre piazze, con possibili tensioni sul territorio e intasamento dei servizi a bassa soglia del welfare, con un aggravio di costi a carico degli enti locali. Il sistema SPRAR è un vanto per il Paese, un sistema fatto di servizi pubblici efficienti che assicurano l’accoglienza insieme a percorsi di formazione e di inclusione sociale”.