RI-APERTURA DELLA PINACOTECA: IL PUNTO DEGLI ASSESSORI ALLA CULTURA PAOLO MARASCA E AI LAVORI PUBBLICI MAURIZIO URBINATI

Delle 4 riaperture di contenitori culturali di Ancona annunciate, cioè la Polveriera del Cardeto, il Teatrino del Piano, l’ex-Cobianchi e la Pinacoteca, resta quest’ultima da realizzare. Le prime tre, infatti, hanno restituito alla città altrettanti luoghi ricchi di attività e di funzioni.

La Pinacoteca, che è un contenitore ricco di opere da strappare a un lungo oblio, richiede un’attenzione particolare, ed è per questo che non è mai stata indicata una data di riapertura, ma si è fatto riferimento a periodi. Tuttavia, i tempi si sono allungati, ed ecco qui di seguito le ragioni, alle quali bisogna anteporre una premessa: all’insediamento della nuova amministrazione non era lontanamente immaginabile la riapertura della Pinacoteca anche parziale, perché i fondi rimasti per i lavori e la gestione erano praticamente inesistenti. Solo la tenacia ci ha permesso di recuperare le risorse necessarie, mettere in piedi una squadra competente, iniziare i lavori con la visione di un grande museo di richiamo internazionale.

 

La prima ragione di ritardo rispetto a quanto annunciato, come già detto, è una buona notizia: abbiamo ottenuto dai VVFF il nulla osta all’apertura anche della sala della pittura veneta, a condizione di realizzare subito alcuni interventi sugli impianti di Palazzo Bosdari. Una notizia fantastica, per la bellezza della sala e perché permette di non spostare opere di incomparabile pregio come la Pala Gozzi. La squadra ha rivisto quindi il piano di riapertura, e nuovi lavori sono stati aggiunti, allungando i tempi come naturale.

 

La seconda ragione è quasi ovvia, ma va spiegata. Aprire un museo che contiene capolavori non è come aprire un supermercato o un magazzino, e la prima cosa che dobbiamo guardare è la cura nei confronti delle opere, la tutela della loro salute. La fretta non è accettabile. Una singola dimenticanza può ferire a morte una tela. L’urgenza di far uscire dal buio i dipinti non deve costringerci a tempi che non ne garantiscono la tutela. Per questo, abbiamo incontrato la soprintendenza più volte, nella disponibile e competente persona della Dott.ssa Caldari, e abbiamo seguito pedissequamente le sue indicazioni circa il personale addetto allo spostamento dei dipinti, le casse in cui i dipinti devono essere riposti durante i lavori, i materiali da utilizzare, e finanche alcuni piccoli restauri di opere. Un’opera d’arte è quanto di più prezioso abbiamo, come individui e come comunità, non è un bene di consumo da mettere in vetrina, non si replica, non si moltiplica. Queste attenzioni non sono del tutto preventivabili: durante i sopralluoghi, alcune opere hanno richiesto attenzioni maggiori, e quindi anche in questo caso i tempi si sono allungati. Allungati di un tempo per ora assolutamente compatibile con il fatto che si sta parlando di un museo, e non di un’infrastruttura.

 

La terza ragione è la legge, cioè il rispetto delle normative circa i bandi di gara, gli appalti, i contratti, che ovviamente deve essere assoluto ma che spesso implica ritardi perché la messe di documenti che un’impresa deve presentare all’ente pubblico è straordinaria, e spesso è necessario rivedere, chiedere un documento in più, e così via. Anche in questo caso, ci sono stati slittamenti.

 

Nessuno si è mai fermato nel frattempo, tutto è andato avanti, e anche in molti casi speditamente. Ad oggi, le ditte incaricate dei lavori sono tutte all’opera. In particolare si tratta di chi esegue l’allestimento, che da contratto ha 30 giorni per terminare i lavori a partire dal 9/12, di chi segue l’illuminotecnica, che da contratto ha 30 giorni per terminare i lavori a partire dal 2/12, della ditta che si occupa delle misure antincendio, che da contratto ha 30 giorni per terminare i lavori a partire dalla prossima settimana. A questi interventi seguiranno alcuni giorni, max 20, per modifiche impianti che si possono fare solo a lavori eseguiti e per piccoli interventi di restauro sulle opere.

 

La Pinacoteca aprirà con un percorso tematico nuovo, che coniuga storico e contemporaneo, e con una sezione dedicata agli artisti contemporanei del nostro territorio, che esporranno in personali e collettive temporanee in uno spazio particolarmente suggestivo dell’ampliamento.

 

La collezione di dipinti di Ancona è una delle più importanti delle Marche. L’amministrazione si è impegnata immediatamente nella sua restituzione alla città, e al mondo. “Con un ottimismo che in questi casi credo doveroso e stimolante” conclude l’assessore Marasca “ho dato indicazioni su un periodo, rispetto al quale c’è stato uno slittamento di alcuni mesi, è vero, ma giustificato dall’importanza dell’evento. Sono certo che la città capisce la dedizione che abbiamo messo in un’operazione che al nostro arrivo sembrava quasi impossibile”.