TOLLERANZA ZERO SU PUBBLICITA’ LESIVE DELLA DIGNITA’ DELLA PERSONA E PARTICOLARMENTE DELLA DONNA.

IL COMUNE MODIFICA IL REGOLAMENTO. Capogrossi: “Avvallare stereotipi è dannoso e pericoloso”

 

L’Amministrazione comunale di Ancona è in prima linea per combattere e condannare stereotipi, disparità e discriminazioni e qualsiasi tipo di di incitazione, anche mascherata, alla violenza.

Rispondendo all’invito dell‘Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI) che due anni fa ha stipulato un protocollo d’intesa con l’Istituto Autodisciplina Pubblicitaria (IAP) con l’obiettivo di consolidare modelli di comunicazione ispirati al rispetto della dignità della donna e del principio di pari opportunità,   l’Amministrazione dorica, tra le prime in Italia, ha portato a compimento l’iter per la modifica di alcuni articoli del Regolamento comunale sulla pubblicità e le pubbliche affissioni.

Le modifiche recepiscono quanto sottoscritto dall’ANCI nel protocollo, vale a dire le risoluzioni del Parlamento Europeo con le quali si chiede agli Stati Membri e alle istituzioni pubbliche a tutti i livelli di intensificare gli sforzi perchè la pubblicità sia tesa alla valorizzazione della figura femminile e del suo ruolo nella società, e che assicuri il rispetto della dignità e dell’integrità della persona.

L’impegno assunto dall’ANCI e fatto proprio dal Comune di Ancona, con un iter che ha preso le mosse da una mozione presentata in consiglio comunale nel giugno dello scorso anno, è condiviso dal Ministero delle Pari Opportunità (che ha siglato un altro protocollo a riguardo con lo IAP)   e si traduce sul piano locale nel produrre l’obbligo – da parte dei gestori degli impianti pubblicitari (nel caso di Ancona, il soggetto incaricato delle affissioni è AnconaAmbiente)- di accettare e di far accettare agli inserzionisti pubblicitari il Codice di Autodisciplina, con particolare riferimento ai principi in esso espressi in materia di dignità delle persone: art. 9, che impedisce il ricorso in pubblicità ad affermazioni o rappresentazioni di violenza fisica o morale o tali che, secondo il gusto o la sensibilità dei consumatori, debbano ritenersi indecenti, volgari o ripugnanti, e art. 10 secondo cui la pubblicità non deve offendere le convinzioni morali, civili e religiose e deve rispettare la dignità delle persone in tutte le sue forme ed espressioni evitando ogni forma di discriminazione, compresa quella di genere.

In presenza di sottoscrizione della clausola di accettazione del Codice,   la Concessionaria incaricata può così trasmettere all’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria, anche su segnalazione dei cittadini, le comunicazioni commerciali ritenute lesive dei principi espressi agli articoli 9 e 10 al fine di una tempestiva valutazione da parte del Comitato di Controllo in funzione dell’eventuale inibizione di comunicazioni commerciali contrarie al Codice mediante ingiunzione di desistenza.

 

“L’introduzione delle modifiche al regolamento comunale, che prevedono un maggiore controllo e possibilità di verifica sulla comunicazione pubblicitaria da parte dell’istituzione Comune e del cittadino – spiega l’assessore alle Pari Opportunità, Emma Capogrossi- realizzano uno strumento concreto a disposizione delle amministrazioni locali per assicurare tolleranza zero a pubblicità sessiste e lesive della dignità delle persone.   In gioco ci sono il rispetto della dignità della persona in generale, ma è chiaro che questo provvedimento riguarda particolarmente le donne, vittime di comportamenti improntati sempre più spesso alle sopraffazioni e alla violenze psicologiche e fisiche, sino alle estreme conseguenze. Una comunicazione commerciale che si esprime attraverso le immagini esercita una forte suggestione e ha il potere -ed è successo in varie occasioni-   di veicolare messaggi negativi e che avvallano stereotipi dannosi e pericolosi. Il contrasto alla violenza nei confronti delle donne si attua anche attraverso un’attenta vigilanza in questo settore”.