CODICE ROSSO: QUEL 72. CINQUANTA ANNI DOPO IL TERREMOTO
Ancona ricorda quell’anno difficile
Teatro delle Muse,14 Giugno 2022 ore 15,30
Proseguono le iniziative legate al programma di manifestazioni per commemorare i cinquant’anni del sisma che nel 1972 colpì Ancona.
Nel corso della prossima settimana si svolgeranno i due eventi centrali dell’intera programmazione: martedì 14 giugno dalle ore 15.30 al teatro delle Muse ci sarà “Codice Rosso. Quel ’72”; venerdì 17 giugno dalle 9 alla Mole Vanvitelliana si svolgerà il convegno “Previsione e prevenzione dei rischi sismico e geoidrologico”.
Entrambi gli eventi sono a ingresso gratuito, ma è necessaria la prenotazione. Per il 14 giugno occorre prenotarsi alll’Edicola IAT di Piazza Roma, personalmente o al numero 3392922855 (tutti i giorni dalle 10 alle 19), oppure on line:
https://www.eventbrite.it/e/biglietti-codice-rosso-quel-72-358315530397. Il convegno del 17 giugno sarà un’occasione di approfondimento tecnico importante, soprattutto per gli ordini professionali interessati. Anche in questo caso occorre iscriversi, inviando una mail a segreteria@anci-marche.it entro il 13 giugno 2022.
Nei giorni 14,15 e 16 giugno, inoltre, la sede di Ancona dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia INGV apre al pubblico su appuntamento. Per informazioni e prenotazioni occorre scrivere a: sede.an@ingv.it .
L’evento del 14 giugno ha un significato simbolico importante, in quanto la scossa maggiore che colpì Ancona fu proprio quella del 14 giugno 1972: decimo grado della scala Mercalli, che sconvolse una città già molto provata da un lungo sciame sismico che si protraeva dal 25 gennaio 1972. Per questo il 14 giugno è il giorno in cui la gente di Ancona si riunirà al teatro delle Muse per ricordare e ringraziare chi prestò generosamente la propria opera.
Prima della manifestazione, la mattina del 14, alle 10 in Comune sarà scoperta una targa in onore di Alfredo Trifogli, sindaco del terremoto. “A 50 anni dal terremoto che colpì duramente Ancona nel corso del 1972 – si legge nel testo – la Città memore esprime la sua profonda gratitudine al prof. Alfredo Trifogli che, come sindaco di Ancona, seppe far fronte con coraggio e tempestività alla grave calamità e riuscì con coinvolgimento unitario ad impegnarsi con sollecitudine, competenza e trasparenza per la ricostruzione post-sismica”.
Il programma della manifestazione partirà alle 15,30 con la presentazione dell’evento e degli ospiti, con i saluti istituzionali del Sindaco Valeria Mancinelli, del Capo dipartimento Protezione Civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri Fabrizio Curcio, del Prefetto Darco Pellos e di un rappresentante della Regione. Sarà poi proiettato un video con i ricordi del sisma, curato dal giornalista Claudio Sargenti.
Seguiranno gli interventi: Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia: eventi sismici del 1972 (M. Stucchi, V. Castelli e S. Marzorati); Le prime ore dopo l’evento e il ricordo di Alfredo Trifogli (M. Bedeschi); i primi interventi della Giunta Comunale (R. De Angelis); il quartiere Guasco e l’opera dei volontari (M. Bevilacqua, G. Barchiesi); il quartiere Capodimonte e le Ferrovie dello Stato (I. Mazzucchelli); l’opera della Chiesa e l’intervento della Caritas (don Bruno Burattini); il centro storico (F. Frezzotti, S. Agostinelli, A. Giovannini). Sarà poi proiettato il filmato di Cronache Italiane, di Ermete Grifoni, e riprenderanno in seguito gli interventi: la risposta dello Stato – Prefettura, Forze di Polizia, Forze Armate (F. Costantini); la testimonianza di sei Vigili del Fuoco intervenuti all’epoca; una tesi di laurea sul terremoto (G.Pasimeni – giornalista RAI); la legge per Ancona (G. Cinelli).
La manifestazione si chiuderà con la consegna degli attestati di benemerenza ai cittadini e alle istituzioni che hanno prestato la loro opera nei momenti dell’emergenza e della ricostruzione e con il concerto della Banda del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, diretta da Donato Di Martile, in programma per le 18,30.
SCHEDE INFORMATIVE
A CINQUANT’ANNI DAL TERREMOTO ANCONA RICORDA IL SISMA DEL 1972
Era il 25 gennaio 1972 ed erano esattamente le 21, 25 minuti e 11 secondi, come riportato dai resoconti ufficiali, quando Ancona e alcuni comuni limitrofi furono colpiti da una forte scossa di terremoto: settimo grado della scala Mercalli, come si misurava all’epoca, preceduta da un forte boato che proveniva dal mare.
La città finì in un vero e proprio incubo che durò undici mesi. Fu il terremoto più forte e più lungo della storia del capoluogo. Molti quella sera scesero in strada, in gran parte inconsapevoli di quello che stava accadendo. Solo i più anziani ricordavano infatti il sisma precedente, quello del 1930. Con il passare delle ore tutti presero però coscienza del fatto che si trattava di un terremoto, un sisma che, appunto, avrebbe accompagnato per molti mesi la vita degli anconetani, con una serie di scosse, le più potenti delle quali si verificarono di notte. Lo sciame sismico ebbe il suo culmine il 14 giugno: una scossa di 15 secondi al decimo grado della scala Mercalli mise definitivamente in ginocchio la città. In mezzo a questi due eventi centinaia di scosse investirono Ancona. Tra il 3 e il 4 febbraio 1972, altra data fissa nella memoria di molti abitanti del capoluogo marchigiano, il terremoto raggiunse la magnitudo di 4.4.
Non ci furono vittime provocate dal sisma. Pochi persero la vita per lo spavento e un vigile del fuoco ausiliario proveniente dal comando di Bologna morì in un incidente stradale mentre era impegnato nelle operazioni di sgombero del vecchio ospedale psichiatrico.
Gran parte del patrimonio edilizio e in particolare il centro storico di Ancona e i quartieri più antichi furono gravemente lesionati, con danni ingenti. Risultarono inagibili 7 mila edifici, tra cui molte scuole, edifici pubblici, le Poste centrali di piazza XXIV Maggio, il Museo archeologico nazionale, Palazzo degli Anziani e molte chiese. Danni, anche se meno pesanti, si registrarono anche nei comuni limitrofi.
Fu immediata la mobilitazione della macchina dei soccorsi. Con i Vigili del Fuoco intervennero l’Esercito, la Marina militare che inviò il battaglione San Marco per l’allestimento delle tendopoli e delle cucine da campo, la Caritas diocesana, gli scout e molti volontari.
Secondo le stime ufficiali dei Vigili del Fuoco, dopo il 14 giugno 30 mila anconetani vivevano sotto le 1453 tende montate in 56 punti del centro urbano e della periferia. La più grande tendopoli fu allestita all’interno dello stadio dorico. Almeno 600 persone trovarono alloggio negli autobus parcheggiati nelle piazze, 1500 nei vagoni ferroviari fermi alla stazione, 1000 nelle palestre delle scuole agibili. Altri alloggiarono nella nave traghetto Tiziano, ancorata in porto. Chi poteva trovò ospitalità dai parenti che non avevano le abitazioni lesionate. Dal 15 al 30 giugno furono distribuiti almeno 200 mila pasti caldi e 15 mila pacchi con cibi freddi.
L’informazione sul sisma non si fermò mai. I giornali seguirono da vicino quelle giornate, i quotidiani furono sempre in edicola, la Rai, che allora dalle regioni trasmetteva solo notiziari radiofonici, allestì uno studio mobile in un pulmino.
Anche la chiesa si mobilitò: l’arcivescovo Carlo Maccari la sera stessa del 25 gennaio impegnò tutte le strutture organizzative della diocesi e aprì ai cittadini le chiese che non avevano avuto danni rilevanti. Un’altra figura particolarmente importante per gli anconetani fu quella di padre Bernardino Piccinelli, arcivescovo ausiliare, che divenne punto di riferimento per molti cittadini.
Ma soprattutto, come ricordano le cronache, in quei mesi difficili per gli anconetani, una luce accesa al secondo piano del Palazzo Comunale di piazza XXIV Maggio diventò un punto di riferimento: si sparse infatti subito la voce in città che nel suo ufficio alloggiasse il sindaco Alfredo Trifogli, poi chiamato da tutti il sindaco del terremoto. E quella luce, accesa anche di notte al secondo piano del palazzo municipale, rappresentò per gli anconetani la vicinanza di un primo cittadino che negli anni fu sempre attivo prima per la gestione dell’emergenza e poi per la ricostruzione. In particolare si ricorda la sua determinazione nel rifiuto categorico dell’ipotesi di installare baracche, per evitare che questa soluzione inizialmente provvisoria potesse perdurare negli anni. Trifogli si fece promotore, con altri parlamentari marchigiani, di una legge per la città. Il modello di gestione del sisma anconetano, attorno al quale si ritrovarono tutte le forze politiche di maggioranza e opposizione, divenne un esempio per le successive calamità naturali che colpirono il Paese, a cominciare dal Friuli. Anche l’impianto moderno della Protezione civile prese le mosse proprio dall’esperienza maturata sul campo ad Ancona.
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50 ANNI DAL TERREMOTO, 40 ANNI DALLA FRANA
In occasione di due anniversari particolarmente significativi, come i 50 anni dal sisma che nel 1972 colpì la città di Ancona e i 40 anni dalla grande frana del 12 dicembre 1982, considerato il ruolo centrale del capoluogo marchigiano rispetto alle tematiche della protezione civile in prospettiva tecnico-scientifica e istituzionale, Ancona ospita una serie di iniziative di commemorazione, di studio e di approfondimento, nella cornice del programma Codice Rosso, con la collaborazione di numerosi soggetti istituzionali.
Nel 2022 ricorrono, tra l’altro, anche il venticinquesimo anniversario del terremoto Marche-Umbria del 1997, il ventesimo anniversario del terremoto di San Giuliano di Puglia del 2002, il decimo anniversario del terremoto in Emilia Romagna del 2012. Questi avvenimenti hanno costituito la base per una graduale evoluzione delle attività di previsione e prevenzione, di risposta nel contesto emergenziale, di qualificazione degli interventi per il superamento dell’emergenza.
Considerate le esperienze acquisite in questi eventi, che si uniscono a quelle più recenti del terremoto nell’Italia centrale del 2016, la prospettiva è stata quella di contribuire dal punto di vista tecnico scientifico all’elaborazione di una proposta normativa per disciplinare in forma stabile e permanente le attività di prevenzione e ricostruzione post emergenziale, proposta che è stata approvata nella seduta del Consiglio dei Ministri del 21 gennaio scorso.
Il progetto ha preso avvio all’inizio del 2022, alla vigilia dell’anniversario della prima scossa di terremoto (25 gennaio 1972), con la conferenza stampa di presentazione, con gli interventi del Capo dipartimento della Protezione Civile nazionale Fabrizio Curcio, del Sindaco di Ancona Valeria Mancinelli, del prefetto Darco Pellos, del Comandante provinciale dei Vigili del Fuoco Mariano Tusa, del vicepresidente della Commissione Nazionale per la Previsione e la Prevenzione dei Grandi Rischi Roberto Oreficini, dell’assessore comunale alla Partecipazione democratica Stefano Foresi, e con le testimonianze dirette, tra le altre, di Marcello Bedeschi, responsabile della Segreteria Personale del sindaco Trifogli nel 1972 e di Fabio Costantini, capo di Gabinetto della Prefettura di Ancona nel 1972.
Il progetto è attuato con il coinvolgimento di numerosi soggetti pubblici e privati: università, centri di competenza e centri di ricerca, ordini professionali, categorie economiche e produttive, sistema assicurativo e bancario, organi di informazione, sistema scolastico, società che erogano servizi pubblici essenziali.
L’intero programma si svolge sotto la guida di un Comitato Istituzionale coordinato dal Sindaco di Ancona, dal Prefetto di Ancona e dal presidente della Regione Marche, con la partecipazione del Dipartimento della Protezione Civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri e di altri soggetti pubblici e privati interessati.
Opera già da tempo una Commissione Scientifica presieduta dal prof. Gabriele Scarascia Mugnozza, Presidente della Commissione Nazionale per la Previsione e la Prevenzione dei Grandi Rischi presso il Dipartimento della Protezione Civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri. La commissione affronterà diversi aspetti tecnici. Per il rischio sismico sarà coordinata dai professori Mauro Dolce e Roberto Paolucci e per il rischio geoidrologico, dai professori Fausto Guzzetti e Armando Brath. Partecipano alla Commissione il Prof. Stefano Lenci, delegato dal Rettore di UNIVPM, anche per i collegamenti con le altre Università della Regione e l’ing. Stefano Capannelli del Comune di Ancona. E’ stato infine costituito un gruppo di ricerca storico-documentale e delle testimonianze, coordinato da Marcello Bedeschi, Fabio Costantini e Claudio Sargenti.