OLTRE 300 LE VITTIME DEL BOMBARDAMENTO? NO, FURONO OLTRE 700. CAMBIA LA TARGA ALL’EX RIFUGIO DELLE CARCERI. DOMENICA 1° NOVEMBRE LA CERIMONIA

Cambia la targa all’ex rifugio delle carceri di Santa Palazia di via Birarelli. La nuova iscrizione indica le corrette proporzioni di quella che è probabilmente, in sede di bilancio delle vittime, la più grave strage di civili avvenuta in un singolo rifugio nella storia della guerra aerea. Il testo è stato concordato e approvato da vari enti e studiosi, inclusi l’Associazione nazionale mutilati e invalidi di guerra e l’Istituto storia Marche 900, oltre che dalla Soprintendenza alle belle arti e al paesaggio delle Marche. La targa sarà inaugurata con una cerimonia domenica 1° novembre alle 11.30 (prevista l’apposizione di una corona e il saluto delle autorità). Ecco il nuovo testo:

Il 1° novembre 1943 centinaia e centinaia di cittadini accorsero in questo rifugio

cercando salvezza da uno dei più terribili bombardamenti

aerei che colpirono Ancona nella seconda guerra mondiale,

e più di settecento di essi vi trovarono la morte.

Il Comune e i cittadini di Ancona in memoria delle vittime

e come monito contro le atrocità di tutte le guerre.

1° novembre 2015”

 

Dopo la riapertura del rifugio nel 2013, a settanta anni dalla strage del 1° novembre del 1943, iniziativa alla quale parteciparono migliaia e migliaia di cittadini, da più parti si sollevò la richiesta di aggiornare la lapide posta negli anni Sessanta di fronte all’ingresso del “tunnel maledetto” di via Fanti, oggi Birarelli. Tra le altre fonti, il primo testo a rimarcare il tragico bilancio è stato quello di Lilia e Attilio Bevilacqua “1° novembre 1943” pubblicato da Affinità elettive e uscito nel 2012. Secondo la documentazione conservata all’Archivio Associazione vittime civili di guerra di Ancona durante la Seconda guerra mondiale, il 1° Novembre 1943, nel rifugio persero infatti la vita ben 724 persone, in massima parte cittadini dorici e residenti del quartiere Guasco – San Pietro.

Il giorno di Ognissanti del 1943 la città subì due incursioni consecutive. Alle 12,16 e alle 12,55, entrambe effettuati da bombardieri bimotori B-25 Mitchell dell’USAAF. La prima interessò la zona del porto e provocò danni e morti. Successivamente tre allarmi indussero la popolazione ad accalcarsi nei rifugi a disposizione. Anche il Rifugio del Carcere Santa Palazia, luogo in cui sorgeva il Carcere penitenziario di Ancona, si riempì immediatamente di civili, personale del carcere e detenuti. La seconda incursione fu effettuata da trentasette B-25, provenienti da aeroporti pugliesi. Sganciarono sulla zona Porto, San Pietro e Centro, 120 bombe dirompenti. Il Rifugio del penitenziario venne colpito da quattro ordigni. Crollarono l’ingresso che si trovava nell’attuale via Birarelli (che allora si chiamava via Fanti), la parte centrale del rifugio e l’uscita posteriore del carcere. Le vittime accertate dai primi soccorritori furono 156. Le salme vennero sepolte in un cimitero di guerra situato all’interno del giardino del penitenziario. Dopo i successivi bombardamenti del 2 e 7 novembre 1943, le autorità presero la decisione (dettata da motivi di ordine sanitario, ossia di evitare le epidemie causate dall’alto numero di cadaveri), di murare i due ingressi di cui era dotato il Rifugio, lasciando però all’interno un numero impressionante di corpi. La legge consentì il recupero delle vittime soltanto a partire dal 1953. Il numero totale delle estumulazioni risultò appunto pari a 724. Oggi riposano nel Monumento ossario del cimitero cittadino di Tavernelle.