PER IL CONCERTO DEL 25 APRILE, PRIMA DELL’ORCHESTRA FIATI DI ANCONA CON L’OPERA “TRANS EUROPE EXPRESS”

per voce recitante, pianoforte e orchestra di fiati

Testo di Raul Montanari

Musica di Daniele Gasparini

 

Si rinnova, il prossimo 25 aprile, il tradizionale appuntamento con il concerto dell’Orchestra Fiati di Ancona al Teatro delle Muse, alle ore 17.30, che quest’anno si arricchirà della prima esecuzione di un’opera commissionata dalla stessa orchestra.

L’Orchestra Fiati di Ancona (formata da 50 professionisti provenienti dalla Regione Marche e deriva dalla storica banda musicale Città di Ancona, che, fondata intorno alla metà del 1800, risulta essere tra le più antiche associazioni della città) sotto la direzione del maestro Mirco Barani, nella prima parte del concerto eseguirà quindi, in prima assoluta, un’opera composta dal compositore senigalliese Daniele Gasparini su testi dello scrittore milanese Raul Montanari.

Non è la prima volta che l’Orchestra Fiati di Ancona, si cimenta con il complesso e stimolante repertorio del Novecento e contemporaneo, avendo già affrontato autori quali Paul Hindemith, Igor Stravinsky, Niccolò Castiglioni, Goffredo Petrassi, Francesco Hoch, Sandro Gorli, Alessandro Solbiati. Questa vola l’ensemble è voluto andare oltre, commissionando una nuova opera ad un autore vivente, pensata appositamente per l’orchestra anconitana e ad essa dedicata.

L’Orchestra Fiati di Ancona si avvarrà della collaborazione in qualità di solisti di Luca Violini per la recitazione teatrale e di Mariachiara Grilli al pianoforte.

Ricordiamo che l’ingresso al concerto è gratuito previo il ritiro del biglietto d’ingresso da effettuarsi alla biglietteria del teatro giovedì 23 aprile.

 

L’OPERA :

Trans Europe Express, per voce recitante, pianoforte e orchestra di fiati

Testo di Raul Montanari

Musica di Daniele Gasparini

Un noto scrittore, accostato dalla critica a Patricia Highsmith, Friedrich Dürrenmatt e Graham Greene, che ha contribuito al rinnovamento del noir italiano, se non al superamento del genere (tanto da essere stata proposta per la sua opera la definizione di post-noir) e un compositore marchigiano, che ha ottenuto premi e

riconoscimenti in tutta Europa, si incontrano sulla strada di un viaggio.

I luoghi sono quelli della memoria di un sicario di professione che, cosciente

dell’imminenza della sua fine, rivive, rivede (o forse ri-sogna?) la propria vita nei luoghi, nelle persone, nei gesti, nei suoni e nelle luci, giungendo al nocciolo di alcune questioni essenziali che concernono il significato della vita, la possibilità di Dio e della libertà, la presenza del male, il senso di colpa e il bisogno di giustizia.

 

Un viaggio nei ricordi e nelle visioni che con questi si confondono, che questi via via prevaricano, un viaggio negli abissi della mente, in uno stato sospeso tra sogno e realtà, un viaggio nelle profondità dell’inconscio umano da cui riaffiorano come fantasmi rimorsi, rimpianti, scelte mai fatte e ciò che è stato represso.

Due artisti a loro modo visionari. Uno scrittore il cui interesse per il motivo dell’ambiguità e del doppio si unisce con il tema della morte, dell’esistenza di Dio e del suo coinvolgimento, spettatore o burattinaio, nelle vicende umane (tanto da essere definito da Andrea Camilleri “uno scrittore mistico”), i cui incubi e visioni,

spesso sconvolgenti e spietati, incontrano qui le ombre e i fantasmi che abitano da sempre la musica di Gasparini, che sono però il prodotto di un processo compositivo ordinato e cristallino, in cui tutto è controllato e regolato iuxta propria principia. Un mondo in cui, come in un quadro di Chagall, anche le allucinazioni sono leggere come bolle di sapone» (Emilio Sala).

Un’opera dunque in cui troviamo assassini, incubi e brividi, ma anche languore e tenerezza, fino alla sorprendente dolcezza della resa e dell’addio.